• Edizioni di altri A.A.:
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  • Lingua Insegnamento:
    Italiano 
  • Testi di riferimento:
    Dispense del docente, sull’evoluzione del sistema finanziario internazionale dalla prima globalizzazione a oggi.
    E. Felice, Storia economica della felicità, Bologna, il Mulino, 2017, capitoli I, III, IV, V. 
  • Obiettivi formativi:
    In linea con le più ampie finalità del corso di studi, l’insegnamento vuole dotare lo studente di una conoscenza approfondita, sia di tipo empirico che con indispensabili riferimenti teorici, circa il ruolo delle istituzioni nel favorire lo sviluppo economico: tanto le istituzioni internazionali, soprattutto finanziarie, quanto le istituzioni, di tipo economico e politico, su scala nazionale e regionale.
    CONOSCENZA E COMPRENSIONE.
    Lo studente al termine del corso dovrà conoscere i concetti fondamentali di economia delle istituzioni, l’evoluzione delle istituzioni nel corso della storia su scala globale con particolare riguardo alla sfera economica, e in relazione con l’etica e la cultura, il ruolo delle istituzioni internazionali nella crescita economica e nei processi di sviluppo dall’Ottocento a oggi, e l’importanza delle istituzioni e delle connesse classi dirigenti per lo sviluppo economico italiano di lungo periodo e negli storici divari regionali interni all’Italia.
    Lo studente al termine dell’insegnamento dovrà essere in grado di valutare in maniera critica il funzionamento delle diverse istituzioni, nazionali e internazionali, atte a promuovere lo sviluppo economico e a collocarle in prospettiva storica; dovrà inoltre essere in grado di ragionare criticamente sulla relazione fra istituzioni, cultura e sviluppo.
    ABILITA' COMUNICATIVE,
    Al termine del corso gli studenti avranno acquisito le seguenti abilità comunicative: saper utilizzare il linguaggio politico-istituzionale e storico- economico in modo adeguato; saper discutere con proprietà e rigore il ruolo delle istituzioni, delle classi dirigenti, della dimensione culturale, nei diversi contesti storici internazionali e italiani. 
  • Prerequisiti:
    Conoscenza dei concetti fondamentali di macro-economia; conoscenza dei contenuti basilari della storia economica e della storia contemporanea. 
  • Metodi didattici:
    L’insegnamento è strutturato in 72 ore di didattica frontale, suddivise in lezioni da due ore. La didattica frontale si costituisce di lezioni teoriche tenute dal docente, sulla base dei testi di riferimento. Durante l’insegnamento sono proposte agli studenti alcune verifiche dell’apprendimento da svolgersi in aula ed in modo collettivo, con quesiti volti a verificare la comprensione degli argomenti trattati.
    La frequenza è facoltativa, consigliata, e la prova finale sarà uguale per frequentanti e non frequentanti.
    Qualora il quadro normativo-sanitario e le disposizioni d'Ateneo lo prevedessero, le attività didattiche e i connessi ricevimenti/gli esami di profitto potranno svolgersi in modalità telematica (totale o parziale). Per ogni ulteriore informazione e aggiornamento si rinvia alla consultazione del portale d'Ateneo. 
  • Modalità di verifica dell'apprendimento:
    Tipo di esame: Scritto.
    Modalità di verifica dell'apprendimento: La verifica dell’apprendimento sarà svolta attraverso una prova scritta, composta da 2 domande a risposta libera volte a verificare la conoscenza del materiale di riferimento, oltre che la capacità di comprensione, l’autonomia di giudizio e le abilità comunicative. A questo fine sarà prestata particolare attenzione all’appropriatezza del linguaggio utilizzato, alla capacità di stabilire collegamenti fra argomenti diversi e alla capacità di interagire criticamente sui temi proposti dal docente. La prova scritta sarà valutata con un punteggio espresso in trentesimi.
    Valutazione: Voto in trentesimi. 
  • Sostenibilità:
     
  • Altre Informazioni:
    E-mail: emanuele.felice@unich.it, emanuele.felice@gmail.com.
    Giorni ed orari di ricevimento studenti: mercoledì 11:00–13:00.
    Le dispense (in formato elettronico) verranno inviate per e-mail a tutti gli studenti e si riferiscono a una parte delle lezioni sulla prima parte del corso. 

Cosa sono le istituzioni, qual è il loro ruolo, come si collegano con i valori e la cultura e come possono promuovere lo sviluppo? Elementi base della teoria economica e istituzionalista.
Istituzioni e incentivi, etica e cultura: la relazione di lungo periodo nella storia umana.
Come le istituzioni internazionali influiscono sulle politiche di sviluppo: il sistema monetario dall’Ottocento ai nostri giorni.
Istituzioni e politiche: keynesismo, economie pianificate, approccio neoliberista.

Il corso vuole dotare lo studente di una conoscenza ampia e approfondita, sia di tipo empirico che con indispensabili riferimenti teorici, sul ruolo delle istituzioni per favorire la crescita e lo sviluppo economico e sulla loro relazione con il più ampio sistema valoriale e con gli incentivi di varia natura posti agli attori economici. In età contemporanea, attenzione verrà posta tanto alle istituzioni internazionali, soprattutto finanziarie, quanto alle istituzione, su scala nazionale e regionale, di tipo economico e politico.
Una prima analisi di lungo periodo verterà sul rapporto fra economia istituzioni e cultura su scala globale, attraverso un’analisi comparativa delle principali civiltà umane.
Con riferimento al periodo che va dalla prima globalizzazione di fine Ottocento sino ai nostri giorni, attenzione viene rivolta sia alle istituzioni politiche ed economiche di tipo nazionale e per lo sviluppo locale, sia alle istituzioni specie finanziarie di carattere internazionale (sistema monetario, Banca Mondiale, FMI, Banca centrale europea) e al loro impatto sulle politiche di sviluppo dei singoli governi.
Nell’ambito di un vasto affresco, globale e comparativo, oggetto di particolare approfondimento sarà il caso italiano: le istituzioni (e le conseguenti politiche) che hanno favorito il decollo di inizio Novecento e poi il miracolo economico, quelle create e che hanno operato (fra luci e ombre) per la convergenza del Mezzogiorno, il ruolo che l’assetto istituzionale del Paese ha giocato per la stagnazione degli ultimi decenni e il persistente dualismo fra Nord e Sud.

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